Sede GABAergica del danno nella nascita pretermine

 

 

GIOVANNI ROSSI

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIX – 26 febbraio 2022.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Nei neonati pretermine, nati con notevole anticipo rispetto alla data fisiologica, e nei nuovi nati di basso peso alla nascita anche se da parto in epoca prevista, sono stati descritti disturbi neuroevolutivi espressi come difetto di maturazione della corteccia cerebrale. I mutamenti evolutivi durante lo sviluppo dei lobi frontali, cui vanno incontro i sistemi GABA-ergico e glutammatergico, costituiti dai neuroni segnalanti, rispettivamente, mediante il principale neurotrasmettitore inibitorio e il principale neurotrasmettitore eccitatorio corticali, sono stati indicati come i processi che maggiormente risentono della prematurità e dei difetti embriologici associati al difetto ponderale. Nonostante questo riconoscimento della regione e dei sistemi neuronici implicati, fino a oggi non sono stati identificati i cambiamenti cellulari associati.

Helene Lacaille e colleghi hanno affrontato questo problema studiando specificamente lo sviluppo molecolare del sistema interneuronico inibitorio segnalante mediante acido γ-aminobutirrico (GABA) nella corteccia prefrontale dorsolaterale, una regione neoencefalica implicata in numerosi disturbi psichiatrici e neuroevolutivi.

(Lacaille H., et al. Preterm Birth Alters the Maturation of the GABAergic System in the Human Prefrontal Cortex. Frontiers in Molecular Neuroscience – Epub ahead of print doi:10.3389/fnmol.2021.827370, 2022).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Pediatrics, Columbia University, New York-Presbyterian Morgan Stanley Children’s Hospital, New York, NY (USA).

L’istogenesi e la maturazione della corteccia prefrontale, come di tutto il resto della neocorteccia, segue caratteristiche linee di espansione, migrazione cellulare e laminazione; tali linee sono programmate geneticamente, così che cellule, sinapsi, connessioni assoniche, recettori e neurotrasmettitori appaiono nelle giuste sedi per effetto di un preciso piano di sviluppo caratterizzato da fasi che si succedono secondo una definita cronologia specie-specifica.

La migrazione delle cellule nella corteccia embrionaria e la differenziazione topografica per area avvengono in concomitanza con l’arrivo delle fibre talamocorticali, ma non si ritiene che siano necessariamente conseguenti alle connessioni sinaptiche formate negli strati corticali in via di sviluppo dagli assoni originati dalle cellule nervose del talamo. Le fibre gliali – e un ruolo rilevante fu scoperto da Rakic per la glia radiale – guidano le cellule nella loro migrazione dalle zone germinali, che sono adiacenti al ventricolo, alle loro destinazioni nei rispettivi strati della corteccia. Nell’embrione umano l’architettura della corteccia cerebrale adulta è già presente nel suo profilo essenziale fin dal settimo mese di vita intrauterina, e due mesi dopo, alla nascita, sembra essere virtualmente completa. Rimane, dunque, la necessità di differenziarsi ancora nei due mesi conclusivi della gestazione per assumere i caratteri molecolari, cellulari, sinaptici, gliali e istofisiologici tipici del neonato partorito sano e a termine. Al livello molecolare alcune aree della corteccia prefrontale come l’area di Broca, implicata nel controllo della produzione esecutiva del linguaggio verbale e corrispondente all’area 44 e in parte all’area 45 di Brodmann, si sviluppano sotto il controllo di alcuni specifici morfogeni (Grove e Fukuchi-Shimogori, 2003).

Rimandando a manuali e trattati di neuroembriologia per una trattazione esaustiva dello sviluppo, qui ricordiamo in estrema sintesi che ad ogni stadio dell’ontogenesi della corteccia il fenotipo strutturale emergente non è solo effetto dei fattori genetici, ma anche di una gamma di influenze interne ed esterne. Di importanza critica fra queste influenze sono quelle che derivano dall’interazione dell’organismo con l’ambiente: le connessioni afferenti, efferenti e associative si formano e si rinforzano proprio grazie a queste interazioni.

È attraverso tali processi che le reti cognitive dell’individuo si strutturano nella neocorteccia in tutta la sua estensione; mediante questi stessi processi le reti esecutive crescono nella corteccia prefrontale e acquistano le loro proprietà di controllo sul comportamento e sui sostrati neurali cognitivi. Come fu dimostrato da Edelman e colleghi fin dal 1987, tutti questi processi sono essenzialmente selettivi; selezionano neuroni e circuiti fra quelli che sono stati iper-prodotti negli stadi precoci dello sviluppo, mentre altre cellule nervose e terminali sinaptici vanno incontro a regressione e scomparsa. All’insieme di questi eventi biologici in neuroembriologia si dà il nome di stabilizzazione selettiva, che comunemente si intende come il risultato selettivo della competizione al livello di neuroni, sinapsi e relative fibre di connessione, per il compimento di fini funzionali previsti e programmati geneticamente nel piano evolutivo.

Il gruppo di Lacaille ha studiato specificamente lo sviluppo molecolare del sistema inibitorio GABAergico nella corteccia prefrontale dorsolaterale, regione importante sia per la patologia neuroevolutiva sia per numerosi disturbi psichiatrici.

Il grado di maturazione del sistema GABAergico in questa regione del lobo frontale è stato valutato in campioni cerebrali prelevati post-mortem da infanti a termine in uno spettro di età da 0 a 8 mesi (n = 17 maschi; 9 femmine). L’espressione genica è stata misurata per 47 geni GABAergici e impiegata per calcolare l’indice di maturazione. Tale indice è risultato molto più dinamico negli infanti di sesso maschile che in quelli di sesso femminile. Per valutare l’impatto della nascita prematura sullo sviluppo del sistema GABAergico, sono stati comparati, usando la stessa lista di geni e la stessa metodologia, campioni da nati a termine di un mese d’età (9 maschi e 4 femmine) e campioni da nati da un mese ma molto pretermine (very preterm, 8 maschi e 6 femmine).

L’indice di maturazione del sistema GABAergico è risultato significativamente più basso (- 50%, p ˂ 0,05) nei maschi nati prematuramente, con le alterazioni principali in geni associati alla funzione GABAergica negli astrociti.

L’insieme dei dati rilevati, per il cui dettaglio si rinvia alla lettura del testo integrale dell’articolo originale, indica con notevole evidenza che i difetti di maturazione della funzione GABAergica astrocitaria si candidano a nuovo meccanismo cellulare sottostante le principali alterazioni nel cervello dei prematuri.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Giovanni Rossi

BM&L-26 febbraio 2022

www.brainmindlife.org

 

 

 

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